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Guerra nella guerra

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E penso al turbamento dei singoli

alle abitudini d’una vita già grama,

di fallimenti ed ostacoli

e di patimenti, un dì dimenticati

anche se per breve, in piazza.

 

Chiodo su chiodo il peso

spinge il corpo nel baratro

chi più non si domanda quanto

male discenda dalla sorte

quanto dall’ira d’un dio

cieco o forse stanco,

o solamente distratto.

 Rosetta Sacchi - 05/04/2020 17:16:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Ti ringrazio Arcangelo Galante per la profondità delle tue riflessioni circa l’amara realtà che emerge da questi miei versi. In ogni esposizione d’una reale situazione negativa, certamente, c’è una tendenza ad una visione pessimistica della natura umana ( in quanto ogni cosa che ci riguarda discende da ciò), ma è sottinteso anche un grido di aiuto e di solidarietà. Riguardo alla speranza, penso che ci sia sempre, spesso in modo velato, talvolta espressa chiaramente. Se così non fosse, dovremmo rinunciare a mettere in evidenza certe situazioni, pensando che non servirebbe a nulla.
Perciò condivido la tua tendenza alla speranza che possa accadere qualcosa di positivo, proprio in quanto speranza e non illusione.
Buona Domenica delle Palme!

 Rosetta Sacchi - 05/04/2020 17:05:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Ringrazio Dedalus per l’interesse dimostrato nei confronti della mia poesia, per l’attenta analisi e l’interpretazione che bene s’innesta al pensiero da me espresso.
Buona Domenica delle Palme!

 Arcangelo Galante - 05/04/2020 16:45:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Apprezzate considerazioni, dal sapore fortemente aspro, che certamente sottintendono lo speranzoso desiderio dell’autrice, nel voler vedere una situazione più serena.
A modesto parere, rileggendo le riflessioni descritte nell’opera, inerenti tristi conseguenze nella vita comunitaria, dovrebbero piovere gocce d’amore e di immensa solidarietà sociale, affinché, all’unisono, si possano risolvere realtà inaccettabili ed indegne, per definire civile la vivibilità dell’uomo nei luoghi dove permangono simili angoscianti tragedie.
Quanto sta verificandosi, sotto gli occhi di tutti, rimarrà come tangibile cicatrice nella storia dell’umanità.
Purtroppo, e a malincuore, gentile Rosetta, la storia insegna che pure i potenti e quanti dovrebbero gestire gli aiuti nei posti colpiti dalla sciagura, sono quasi sempre scarsi o comunque poco efficienti.
Occorrerebbe smuovere le coscienze dei governanti, auspicando che possano sensibilizzarsi dinanzi a qualsiasi disastro dovesse nuovamente colpire il mondo.
Altro non saprei cosa aggiungere, nell’aver letto i pensieri sull’amara realtà pubblicata, dai quali, indubbiamente ogni lettore resterà colpito.
Terminando l’opinione, le sensazioni percepite e poeticamente descritte non minano il mio continuare a nutrire la speranza che qualcosa di positivo possa sempre accadere.
Con cordialità, ti saluto!

 Dedalus - 04/04/2020 18:44:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Lirica che distilla parole autentiche, dialoganti, umane, e che imprimono, direttamente o indirettamente, una funzione in senso lato d’impegno, di coinvolgimento etico, senza con ciò compromettere il fatto poetico. L’autrice pensa all’esistere comune e si immedesima in "abitudini d’una vita già grama,/di fallimenti ed ostacoli.../...un dì dimenticati/... in piazza" ed ora tutto sembra precipitare in un "baratro" non si sa bene per volere di chi. Poetica che ben interpreta il pensare comune legato alle contingenze attuali. Composizione che ben merita.

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